domenica 26 maggio 2013

"Di ritorno dalla Francia" di Anna Leda

Di ritorno dalla Francia...

Erano le otto e mezza quando siamo saliti sull'autobus. Fino a quel momento eravamo tutti tranquilli.
Alle dieci eravamo già all'aeroporto di Ciampino. Lì il nostro umore è cambiato, eravamo tutti  nervosi perché per alcuni di noi quello sarebbe stato il primo viaggio in aereo.

Il momento più bello è stato quando l'aereo cominciava ad andare indietro per prendere la rincorsa. Quando si è distaccato da terra tutti noi ragazzi abbiamo cominciato a urlare.
Il viaggio è stato fantastico. Arrivati all'aeroporto di Bordeaux abbiamo mangiato uno squisito panino con prosciutto cotto e formaggio. Subito dopo, nello stesso aeroporto, abbiamo conosciuto le inglesi con le quali siamo abbiamo subito stretto amicizia.

Durante i cinque giorni di permanenza in Francia abbiamo camminato tantissimo. I giorni che non dimenticherò mai sono il mercoledì e il giovedì di quella settimana: mercoledì perché, per arrivare a un piccolo paesino, abbiamo camminato come dei veri pellegrini; giovedì, invece, abbiamo passato tutta la giornata nella scuola francese. Quel giorno ci siamo divertiti tanto perché nelle prime ore della mattinata abbiamo lavorato con l'argilla, disegnando dei pellegrini in marcia oppure la conchiglia di Santiago che chiamano "Chonchas".
Verso le quattro del pomeriggio ci siamo divisi in gruppi, formati da due italiani, due inglesi e un francese. Con loro abbiamo partecipato a una caccia al tesoro girando per le strade alla ricerca degli indizi, che erano nascosti tra i muri, dietro i cestini e anche nei negozi.

Dopo questa meravigliosa avventura tra le strade siamo andati a mangiare. Prima, però, in un teatro abbiamo ascoltato il discorso del sindaco e il discorso del nostro professore Fratarcangeli.

Tornati in albergo abbiamo riordinato la valigia e poi subito a letto, perché il giorno dopo dovevamo ripartire.
Quella mattina è arrivata subito. Eravamo già pronti con le nostre valigie per prendere gli autobus. Salutare le inglesi non è stato facile e non è stato nemmeno facile vedere i miei compagni che piangevano.

La partenza sembrava proprio una di quelle scene da film. La cosa che non dimenticherò è che mentre aspettavamo l'autobus abbiamo cominciato a cantare una canzone che le inglesi ci avevano insegnato, che dice: "Non partire, Non lasciarmi, Per favore resta qui con me...". E mentre cantavamo le lacrime continuavano a scendere.
Alle undici eravamo già in aeroporto. Come all'andata abbiamo mangiato uno squisitissimo panino con affettati e formaggio.
Arrivata a casa ho raccontato a tutta la mia famiglia com'era andato il viaggio, che cosa abbiamo fatto e le nuove amicizie.
Credo, anzi, ne sono convinta, che un'esperienza come questa non la ripeterò mai! A meno che l'anno prossimo non ci sia qualche altro viaggio fantastico...   

Anna Leda                                                                                                                                                

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